Un argomento molto dibattuto oggi sui media italiani riguarda sicuramente l’ OPPORTUNITA’ SUPERBONUS 110%, previsto agli artt. 119-120-121 del DL 19 maggio 2020 n°34 (Decreto Rilancio) e successivamente convertito con la Legge 17 luglio 2020, n°77.
Questo nuovo incentivo non sostituisce ma affianca le altre misure già esistenti (variabili dal 50% al 90%) come le detrazioni per il recupero del patrimonio edilizio, per la riqualificazione energetica degli edifici, per gli interventi di recupero o restauro della facciata esterna degli edifici esistenti.
Il Superbonus 110% è incentrato tutto sull’efficienza energetica ed introduce una detrazione delle spese riguardante gli interventi denominati “TRAINANTI”:
– isolamento termico delle superfici opache (CAPPOTTO TERMICO) verticali, orizzontali e inclinate che interessano l’involucro degli edifici con un’incidenza superiore al 25% della superficie disperdente lorda;
– sostituzione impianti di climatizzazione invernale (CALDAIE) con impianti centralizzati per il riscaldamento, raffrescamento e per la fornitura di acqua calda sanitaria sulle parti comuni degli edifici condominiali e di UI che siano indipendenti benché situate all’interno di edifici plurifamiliari;
– interventi antisismici previsti nella normativa riguardante il “sismabonus”.
Altra novità particolarmente importante del Superbonus 110% riguarda la detrazione fiscale, che sarà ripartita in cinque quote annuali. Ci sarà anche la possibilità di optare una fruizione immediata della detrazione, direttamente dai fornitori dei beni o servizi con lo SCONTO IN FATTURA o, in alternativa, di una CESSIONE DEL CREDITO.
Tale possibilità sarà applicabile inoltre ai seguenti interventi:
– recupero del patrimonio edilizio;
– restauro della facciata degli edifici esistenti (cd. bonus facciate);
– installazione di colonnine per la ricarica dei veicoli elettrici.
Sono detraibili totalmente le spese per gli interventi di isolamento termico, con un massimale del 110% calcolato sui seguenti tetti di spesa:
CAPPOTTO TERMICO
– 40.000 euro moltiplicato per il numero delle unità immobiliari che compongono l’edificio (da due a otto unità immobiliari);
– 30.000 euro moltiplicato per il numero delle unità immobiliari che compongono l’edificio (per più di otto unità immobiliari);
IMPIANTO DI CLIMATIZZAZIONE INVERNALE
– 20.000 euro moltiplicato per il numero delle unità immobiliari che compongono l’edificio (fino a otto unità immobiliari);
– 15.000 euro moltiplicato per il numero delle unità immobiliari che compongono l’edificio (per più di otto unità immobiliari).
ONE+, a titolo esemplificativo formula la seguente ipotesi di intervento, di un cappotto termico, del rifacimento dell’impiantistica condominiale o dei due interventi combinati. La spesa massima in un condominio di 20 alloggi, risulterà:
Cappotto termico: __________€.30.000,00 x n°20 UI= …€.600.000,00
Impiantistica condominiale: €.15.000,00 x n°20 UI= …€.300.000,00
I due interventi abbinati: ___________________________…€.900.000,00
Sono detraibili appieno le spese per gli interventi di isolamento termico, con un massimale del 110% calcolato sui seguenti tetti di spesa:
CAPPOTTO TERMICO
– 50.000 euro per gli edifici unifamiliari o le villette a schiera;
IMPIANTO DI CLIMATIZZAZIONE INVERNALE
– la detrazione fiscale è calcolata su un tetto di spesa di 30.000 euro.
Gli interventi principali, i cosiddetti “trainanti”, sia nel caso di edifici unifamiliari che nei condomini, potranno portare un ulteriore vantaggio ai proprietari degli alloggi. Il Superbonus 110%, se composto da almeno uno degli interventi sopracitati (cappotto termico e impiantistica), potrà essere applicato anche alle spese per alcuni interventi definiti “trainati”:
– sostituzione infissi per l’efficientamento energetico;
– installazione di impianti solari fotovoltaici;
– infrastrutture per la ricarica di veicoli elettrici.
Possono usufruire del Superbonus 110% i soggetti che sostengono le spese per l’esecuzione degli interventi di efficientamento energetico e antisismici, sostenute
dal 1° luglio 2020 al 31 dicembre 2021:
– le persone fisiche, fuori dall’esercizio di attività di impresa, arti o professioni;
– i condomìni;
– le comunità energetiche rinnovabili, in forma di enti non commerciali;
– gli Istituti autonomi case popolari (IACP) e gli enti con le stesse finalità sociali (per questi soggetti il Superbonus scade il 30 giugno 2022);
– le cooperative di abitazione a proprietà indivisa per gli interventi sugli immobili da esse posseduti e assegnati ai propri soci;
– organizzazioni senza scopo di lucro, organizzazioni di volontariato e associazioni di promozione sociale del terzo settore;
– associazioni e società sportive dilettantistiche (ASD), ma solo per gli interventi su immobili e porzioni adibiti a spogliatoi.
La detrazione economica spetta quindi a chi possiede o detiene l’immobile oggetto dell’intervento al momento dell’inizio dei lavori:
– il proprietario;
– il nudo proprietario;
– il titolare di altro diritto reale di godimento (usufrutto, uso, abitazione o superficie);
– il detentore dell’immobile in base ad un contratto di locazione, anche finanziaria, o di comodato, regolarmente registrato, in possesso del consenso al l’esecuzione dei lavori da parte del proprietario;
– i familiari del possessore o detentore dell’immobile.
Sono invece escluse dalle agevolazioni previste nel Superbonus 110% le abitazioni di tipo signorile, le ville e i castelli (cat. catastali A1, A8 e A9 se non aperte al pubblico).
Gli interventi di efficientamento energetico previsti nel Decreto Rilancio, per i quali è possibile usufruire delle detrazioni fiscali del 110%, devono rispettare i requisiti minimi di prestazione energetica (DM 26 giugno 2015).
Inoltre deve essere rispettato nell’intero edificio (che sia condominio o edificio unifamiliare) il miglioramento di almeno due classi energetiche dell’edificio o, ove impossibile, il conseguimento della classe energetica più alta, da dimostrare mediante Attestato di Prestazione Energetica (APE).
Un altra opportunità emerge dalla possibilià di far rientrare il Superbonus 110% su tutti quegli interventi per l’efficientamento energetico, eseguiti attraverso opere di demolizione e ricostruzione degli edifici.
Ai fini di ottenere lo SCONTO IN FATTURA o la CESSIONE DEL CREDITO, il beneficiario dovrà acquisire la seguente documentazione:
– visto di conformità relativo ai dati e alla documentazione che attestano i presupposti che danno diritto alla sconto in fattura o alla cessione del credito, rilasciato dagli intermediari abilitati (NB: dottori commercialisti, ragionieri, periti commerciali e consulenti del lavoro) nonché dai CAF;
– asseverazione tecnica relativa agli interventi di efficienza energetica e/o di riduzione del rischio sismico. Viene redatta da parte di tecnici abilitati e qualificati (progettista in ambito energetico e strutturale) che certifichi il rispetto dei requisiti tecnici necessari ai fini dello sconto in fattura o alla cessione del credito;
– ulteriore asseverazione da produrre da parte del progettista incaricato dal Committente è quella che i materiali isolanti utilizzati devono rispettare i Criteri Ambientali Minimi (CAM) previsti dal DM 11.10.2017.
Questi adempimenti del contribuente verranno sottoposti a controlli a campione da parte dell’ ENEA (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile), sia documentali che attraverso sopralluoghi, per verificare la sussistenza delle condizioni necessarie per accedere al Superbonus 110%.
A parere dei tecnici di ONE+ la maggior parte dei “Requisiti e Massimali” del Decreto Rilancio sono ormai consolidati. Questo consente di agire ora con le operazioni preliminari per verificare le possibilità di poter accedere al Superbonus 110%.
Ad oggi mancano ancora alcuni circolari e provvedimenti per poter far partire i lavori, che definiscano i nuovi requisiti tecnici e di congruità economica degli interventi con le nuove regole per le detrazioni fiscali.
È doveroso far presente, che il Superbonus 110% non è applicabile a tutte le situazioni e, soprattutto, non è detto che tutti i costi siano sempre coperti dagli incentivi del 110%, risulta quindi fondamentale affidare le prestazioni professionali e di realizzazione degli interventi a soggetti affidabili, organizzati e non improvvisati.
L’Associazione Nazionale Costruttori Edili (Ance) ha redatto una guida fiscale dedicata al bonus IVA 50% sull’acquisto di case ad alta efficienza energetica; questo bonus si potrà applicare non solo alle abitazioni ma anche alle loro pertinenze come ad esempio garage e cantine.
Grazie infatti alla Legge “Milleproroghe” (Legge 19/2017), l’acquisto di case appartenenti alle classi energetiche A o B, direttamente dalle imprese di costruzione, continuerà per tutto il 2017 ad essere incentivato con una detrazione Irpef pari al 50% dell’Iva pagata.
La novità introdotta dal 1° Marzo 2017 è che in caso di acquisto congiunto dell’abitazione e delle relative pertinenze, la detrazione del 50% dell’Iva va calcolata sull’intero acquisto, quindi sul prezzo complessivo tra abitazione e pertinenze. Il vincolo di pertinenza deve emergere dal rogito e l’acquisto della pertinenza stessa deve essere contestuale a quello dell’abitazione.
L’Ance ha precisato che il bonus per l’acquisto di case ad alta efficienza energetica si applica in modo retroattivo, quindi anche alle compravendite avvenute a gennaio e febbraio; questo per non creare un buco normativo di due mesi in quanto l’incentivo era scaduto a dicembre 2016.
Il 25 luglio 2016 è entrato in vigore il regolamento che disciplina, in Piemonte, l’esecuzione dei lavori in copertura in sicurezza, per gli interventi previsti nella fase di manutenzione della copertura o di eventuali impianti tecnologici su di essa insistenti.
Il regolamento interessa :
Il progettista, in collaborazione con il coordinatore per la sicurezza, deve realizzare un Elaborato tecnico della copertura (ETC) fin dalla fase iniziale di progettazione dell’opera.
Questo elaborato dovrà contenere :
a) una relazione tecnica delle scelte progettuali con illustrazione del rispetto delle specifiche misure di sicurezza corredata da tavole esplicative, in cui siano indicati i percorsi, gli accessi, le misure di sicurezza e i sistemi di protezione contro la caduta a tutela delle persone che accedono, transitano e operano sulla copertura;
b) elaborati progettuali di dettaglio della copertura, contenenti almeno una planimetria in scala adeguata nella quale siano evidenziati gli elementi di cui alla lettera a) e relativa relazione di calcolo, redatta da un professionista abilitato, contenente il dimensionamento e la verifica dei dispositivi di protezione collettivi o dei sistemi di protezione contro le cadute dall’alto individuati dalla soluzione progettuale prescelta in relazione agli elementi strutturali della copertura, preesistenti, opportunamente verificati, o progettati ex novo;
c) documentazione del fabbricante dei dispositivi di ancoraggio e dei dispositivi di protezione collettiva prodotti e da installarsi secondo le norme di riferimento;
d) dichiarazione di conformità dell’installatore, riguardante la corretta installazione dei dispositivi di protezione collettivi o di dispositivi di ancoraggio;
e) raccolta dei manuali d’uso dei dispositivi di protezione collettiva o dei dispositivi di ancoraggio installati, con eventuale documentazione fotografica;
f) registro di ispezione e manutenzione dei dispositivi di protezione collettivi o dei dispositivi di ancoraggio.
Il sito web energiadallegno.it realizzato da Aiel (Associazione italiana energie agroforestali) risponde alle domande più frequenti riguardanti stufe, ecosostebilità, pellet, risparmio energetico grazie ad un’utile guida da cui sono state tratte le seguenti risposte.
L’Aiel prescrive innanzitutto di rivolgersi a un progettista o a un rivenditore di fiducia per calcolare quanto calore serve e, quindi, sapere di che potenza dovrà essere la stufa. Altrettanto importante è valutare le caratteristiche costruttive della propria abitazione. L’isolamento termico e il tipo di infissi sono due fattori fondamentali.
Fonte: energiadallegno.it/Aiel
Tra i consigli per l’acquisto di una stufa l’Associazione consiglia di accertarsi che l’impianto abbia la marcatura CE e che venga allegata la Dichiarazione di Prestazione (DoP).
Innanzitutto occorre verificare la possibilità di aprire una presa d’aria. Inoltre non ci devono essere materiali combustibili nelle vicinanze della stufa né la presenza di una presa elettrica (nel caso della stufa a pellet).
È bene considerare almeno due fattori: il rivenditore più vicino e la possibilità di acquistare materiale di qualità come il pellet certificato ENplus o la legna da ardere certificata Biomassplus.
A oggi sono tre gli strumenti incentivanti a disposizione: conto termico ed ecobonus suddivisi tra detrazioni fiscali al 65% – riqualificazione energetica – e detrazioni al 50% in caso di ristrutturazioni edilizie.
L’installazione di una stufa deve essere effettuata da uno specialista abilitato dalla Camera di Commercio ai sensi del decreto ministeriale n.37/2008 e che ha seguito i corsi di aggiornamento o di qualifica per installare gli impianti alimentati a fonti di energia rinnovabili. Lo stesso installatore, al momento dell’installazione, rilascia due documenti che il proprietario della stufa dovrà conservare: la dichiarazione di conformità e il libretto d’impianto. Come per l’installazione, anche la manutenzione deve essere effettuata da uno specialista abilitato anch’esso dalla CdC e ai sensi dello stesso decreto. La verifica viene fatta una volta l’anno.
Il primo aspetto è quello di acquistare legna da ardere certificata Biomassplus. Per tre buoni motivi: il legno di partenza ha origine legale e si possono rintracciare tutte le fasi del processo produttivo. In termini di qualità del prodotto e del processo produttivo, è controllata periodicamente dall’organismo di certificazione. La legna sul mercato si trova fresca o essiccata, in bancali o sfusa. Nel primo caso è bene pensare che, appena tagliata, la legna contiene circa il 50% di acqua e non può essere usata in stufa o in caldaia; la legna va essiccata o stagionata per portarla a un tenore idrico inferiore al 20%.
7 . Per il pellet come ci si regola?
Innanzitutto per pellet ci si riferisce a un prodotto derivante da un processo di essiccazione e compattamento della materia prima proveniente da biomasse legnose (segatura e trucioli di legno vergine non contaminato). La certificazione ENplus è l’unico elemento in grado di offrire garanzie certe sulla qualità del prodotto pellet. Basta controllare che sia riportato correttamente il marchio qualità specifico: si troverà il marchio, il codice identificativo, l’indicazione della classe di qualità del pellet certificato e l’indicazione della norma ISO 17225-2 riferimento di base per le classi di qualità ENplus.
Partiamo dalla biomassa legnosa: essa può dirsi sostenibile dal punto di vista ambientale quando è prodotta da una gestione forestale sostenibile. Per quanto riguarda le stufe e, in generale, i sistemi di riscaldamento a biomasse legnose Aiel sta promuovendo la nuova certificazione di qualità Aria Pulita con cui saranno certificati le stufe, gli inserti per camino e le caldaie fino a 35 kW di potenza che dimostreranno di avere i requisiti necessari in termini di resa ed emissioni.
Le stufe e i caminetti sono in grado di veicolare il calore prodotto anche in altri ambienti della casa attraverso il collegamento all’impianto di distribuzione dell’acqua calda oppure mediante la canalizzazione dell’aria calda prodotta.
Prendiamo in considerazione una abitazione di 100 m2. Per riscaldarla occorrono 12 MWh circa di energia. Con la legna da ardere si spenderanno 36 euro/MWh, col pellet dai 57 ai 60 euro (rispettivamente se si tratta di prodotto sfuso o in sacchi da 156 kg). Per scaldare una casa di questa metratura a metano ci vogliono 70 euro, 119 euro per il gasolio e 229 euro nel caso del GPL.
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È la prima volta che la quantità di energia prodotta da sistemi con fonti rinnovabili supera quella derivante dalla produzione di centrali a carbone ed affini. Il risultato, frutto di un’analisi condotta dall’IEA (Agenzia Internazionale dell’Energia) mostra come le nuove installazioni abbiano riguardato soprattutto pannelli solari ed impianti eolici, per valori pari a mezzo milione di pannelli solari per ogni giorno del 2015, e due nuove turbine eoliche per ogni ora in Paesi come la Cina: valori sorprendenti, senza dubbio!
L’agenzia IEA ha rilasciato la sua analisi delle prospettive a medio termine per le fonti rinnovabili, che comprende uno sguardo al mercato globale: il 2015 ha rappresentato, solo l’inizio, ed entro il 2021, le energie rinnovabili saranno in grado di generare quantità di elettricità sufficiente a fronteggiare la domanda energetica negli Stati Uniti e in Europa integrando rinnovabili e carbone.
È importante evidenziare che generalmente gli impianti di fonti rinnovabili generano solo un terzo della loro capacità; quindi, in concreto, produciamo ancora energia in quantità prevalente partendo da fonti fossili.
Il dato interessante del report dell’Agenzia è la proiezione, entro 5 anni (2021), della massiccia diffusione di fonti rinnovabili, anche per il ridotto costo che nel corso del tempo si sta determinando rispetto a quello attuale: l’agenzia stima una crescita delle rinnovabili che è del 13% superiore alle previsioni fatte nel 2014.
Il ricorso a fonti energetiche rinnovabili raggiungerà oltre il 60% della nuova generazione, la quantità di energia così ricavata potrà fronteggiare interamente il fabbisogno di Unione Europea e Stati Uniti fino ad abbandonare il necessario ricorso alle centrali a carbone.
La quattro aree che secondo l’IEA saranno interessate da queste nuove installazioni saranno: Cina, India, Europa e Stati Uniti; tuttavia mentre in Cina ed India non sarà possibile fronteggiare la domanda esclusivamente con le fonti rinnovabili e sarà pertanto necessario riallineare le centrali a carbone e le centrali nucleari, in Europa e Stati Uniti sarà possibile raggiungere il valore del fabbisogno grazie all’integrazione di nuovi impianti da fonti rinnovabili e dalla sostituzione di alcuni già installati con altri con sistemi di maggiore rendimento, favorendo ulteriormente la riduzione di impianti da combustibili fossili.
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Con l’arrivo dell’inverno gli impianti di riscaldamento condominiali sono entrati in funzione e molti inquilini si trovano per la prima volta a dovere utilizzare le valvole termostatiche, che devono essere applicate d’obbligo sui radiatori dei condomìni con riscaldamento centralizzato per rispettare la norma nazionale (d.lgs. 102/2014 e correttivo 141/2016) sulla contabilizzazione individuale del calore e la termoregolazione.
Ma come si utilizzano in maniera efficace le valvole termostatiche? Il quesito non è banale, poiché il corretto impiego di questi dispositivi consente un reale risparmio di energia e, quindi, un alleggerimento della bolletta. La termoregolazione, ossia la regolazione automatica della temperatura nelle stanze di un appartamento, avviene tramite l’uso delle valvole termostatiche, obbligatorie dall’inizio del 2017. Esse agiscono sul singolo radiatore di riferimento consentendo una diversa regolazione della temperatura per ciascun locale. Sulla testa della valvola termostatica si imposta il valore di temperatura desiderato. Ogni volta che c’è del calore in eccesso essa ne chiede meno all’impianto di riscaldamento, che entra così in funzione solo quando serve. Ecco quindi perché le valvole consentono di risparmiare sui costi di riscaldamento.
Si elencano nel dettaglio “le 10 cose” che serve sapere su questi dispositivi per la termoregolazione.
Sì, le valvole termostatiche devono essere installate su tutti i radiatori presenti nell’abitazione. L’impianto di riscaldamento è un circuito chiuso, pertanto ogni componente influisce sul comportamento dell’altro. Un singolo radiatore senza valvola termostatica lavorerebbe in modo errato e non conforme rispetto agli altri con valvole termostatiche installate, avendo quindi ripercussioni negative sull’intero impianto condominiale.
Sono un meccanismo autonomo. Se le teste termostatiche sono correttamente installate sulla relativa valvola, a sua volta connessa al radiatore, esse iniziano a lavorare semplicemente con l’accensione dell’impianto di riscaldamento. Non necessitano di alcuna fonte di alimentazione esterna.
Sulla testa termostatica sono presenti dei numeri da 0 a 5 corrispondenti a determinati valori in °C. Per impostare la temperatura di riferimento per ogni stanza, basta ruotare la testa termostatica in corrispondenza del valore desiderato.
In cucina ed in soggiorno max. 20°C. In lavanderia e nei locali di passaggio 16-18 °C. Nei bagni invece si può impostare una temperatura più piacevole, quindi più calda.
Contrariamente alle comuni convinzioni, se toccando i radiatori si riscontra che essi sono caldi nella parte superiore e freddi in quella inferiore, significa che le valvole termostatiche stanno lavorano correttamente. Esse infatti forniscono ad ogni radiatore solo la quantità d’acqua necessaria a mantenere la temperatura ambiente impostata per ogni stanza. Il radiatore diventa progressivamente freddo verso il basso poiché il calore da esso prodotto viene ceduto al locale per riscaldarlo. Ciò è quindi indice di una esatta regolazione della temperatura nell’ambiente.
Ciò dipende da come sono state regolate le teste termostatiche e da eventuali apporti gratuiti di calore (es.: stanza esposta al sole, presenza di persone ed elettrodomestici nel locale, calore generato cucinando, ecc.). Grazie alle valvole termostatiche si scaldano infatti solo i radiatori presenti nei locali ove c’è bisogno, con un conseguente risparmio energetico.
In alcune occasioni il radiatore si trova ad essere coperto da copriradiatori, pesanti tendaggi o semplicemente in posizioni non ottimali o difficilmente raggiungibili, è per questo che esistono appositi regolatori termostatici che permettono di rilevare la temperatura in una posizione diversa da quella in cui si trova il radiatore ottenendo una corretta regolazione della temperatura nell’ambiente.
Alla fine della stagione invernale, è consigliabile posizionare le teste termostatiche in corrispondenza del valore di massima apertura, onde evitare eventuali depositi di sedimenti nella sede della valvola, che ne potrebbero compromettere il corretto funzionamento futuro. All’accensione dell’impianto di riscaldamento, andranno invece reimpostati i valori di temperatura ideali desiderati per ogni ambiente.
Effettuare la manutenzione ordinaria dell’impianto di riscaldamento. Un impianto correttamente regolato funziona in modo efficiente, risulta meno inquinante e riduce gli sprechi energetici consentendo quindi anche un risparmio in termini economici. Prestare attenzione agli orari di accensione. Evitare di far lavorare il riscaldamento quando non si è in casa ed attenersi ai tempi di accensione massima giornaliera previsti per la fascia climatica di appartenenza. Dispositivi utili in tal senso sono sicuramente i cronotermostati, i quali consentono di gestire la temperatura per fasce orarie in base alle personali necessità di utilizzo. Di notte, ove presenti, chiudere i balconi ed abbassare le tapparelle per migliorare l’isolamento dell’edificio ed evitare dispersioni termiche. Anche d’inverno è opportuno arieggiare i locali, ma con i giusti tempi, evitando di tenere le finestre aperte per periodi troppo lunghi, onde evitare di raffreddare eccessivamente le stanze.
Riepilogando in breve, tre sono comunque i consigli sicuramente da rispettare:
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L’acqua è stata considerata per anni un bene di scarso valore in quanto ritenuta inesauribile e di nessun costo reale.
Essa tuttavia è solo in apparenza illimitata; le risorse idriche naturali infatti stanno diventando sempre più scarse, sia a causa del cambiamento climatico globale che dei comportamenti irresponsabili dell’uomo.
L’acqua meteorica rappresenta pertanto una fonte rinnovabile di inestimabile importanza.
ONE+ considerando questo elemento naturale preziosissimo per il nostro pianeta e soprattutto per l’essere umano in genere, ha fra i suoi obiettivi in ambito progettuale anche quello di proporre alla Committenza (sia che si tratti di nuova edificazione o di riqualificazione) il recuperare e riutilizzare le acque adottando semplici ed economici trattamenti per un loro utilizzo ristretto.
ONE+ predispone un’accurata progettazione – dalla fase preliminare di analisi e reperimento dati, a quella esecutiva – al fine di predisporre per lo specifico progetto sistemi idonei di captazione, filtro e accumulo.
GRONDE E PLUVIALI : indispensabili in una casa
Come accennato precedentemente l’acqua è un bene prezioso e come tale è importante attuare tutte le misure necessarie per recuperarla e non sprecarla. La pioggia è una fonte di acqua dolce che, se raccolta adeguatamente, potrebbe essere riutilizzata nelle nostre case per usi non potabili, come gli sciacquoni dei wc o l’irrigazione dei giardini. L’acqua meteorica che cade sui tetti può essere recuperata grazie alla funzione di raccolta e smaltimento di gronde e pluviali
Dal mese scorso è possibile inviare all’Enea le domande per ottenere gli sgravi fiscali sugli interventi di Domotica.
Le detrazioni fiscali di cui si può beneficiare sono quelle del 65%.
L’ENEA, l’Agenzia Nazionale per l’Efficienza Energetica, ha fatto sapere di aver messo a disposizione sullo specifico sito web un vademecum in cui si offrono informazioni preziose su come accedere agli ecoincentivi dedicati.
Questa guida offre spiegazioni su come ricevere incentivi in caso di acquisto di dispositivi multimediali che consentono il controllo ‘intelligente’ degli impianti termici da remoto.
Specifica in una nota la stessa agenzia che per usufruire dell’ecobonus è bene sapere prima di tutto quali siano le opere di domotica incentivate, le caratteristiche tecniche dell’intervento e i requisiti dell’immobile dove viene effettuato. Sono proprio queste le informazioni offerte attraverso il vademecum, insieme ad altre relative ai criteri di ammissione che comprendono anche “la fornitura e la posa in opera di tutte le apparecchiature elettriche, elettroniche e meccaniche nonché delle opere elettriche e murarie necessarie per l’installazione e la messa in funzione a regola d’arte, all’interno degli edifici, di sistemi di building automation degli impianti termici”, chiarisce ENEA, precisando inoltre che non possono usufruire dell’ecobonus per la domotica l’acquisto di dispositivi per interagire da remoto come ad esempio telefoni cellulari, tablet o personal computer.
Gli incentivi possono essere uno strumento davvero utile per sperimentare i vantaggi offerti dalla domotica, un’opportunità sempre più interessante, parte integrante dell’ecosistema Internet of Things.
Per effettuare la compravendita, la locazione o l’informazione pubblicitaria di un immobile è necessario rispettare precisi obblighi relativi APE, acronimo che indica l’Attestato di Prestazione Energetica, che fornisce indicazioni sull’efficienza energetica.
Possiamo classificare gli obblighi in cinque categorie :
Gli obblighi di dotazione, informazione, consegna e allegazione dell’attestato di prestazione energetica ai contratti immobiliari possono causare sanzioni importanti in caso di mancata effettuazione. Il tema della gestione degli APE non è affatto semplice e le conseguenze di un approccio errato possono portare a multe in certi casi fino a € 18.000.
In questa news presentiamo un’utile tabella della casistica generale in caso di contratti di locazione, tratta dal “Prontuario sulla Gestione dell’APE di P.Zanoli, Maggioli Editore”.