Il sito web energiadallegno.it realizzato da Aiel (Associazione italiana energie agroforestali) risponde alle domande più frequenti riguardanti stufe, ecosostebilità, pellet, risparmio energetico grazie ad un’utile guida da cui sono state tratte le seguenti risposte.
L’Aiel prescrive innanzitutto di rivolgersi a un progettista o a un rivenditore di fiducia per calcolare quanto calore serve e, quindi, sapere di che potenza dovrà essere la stufa. Altrettanto importante è valutare le caratteristiche costruttive della propria abitazione. L’isolamento termico e il tipo di infissi sono due fattori fondamentali.
Fonte: energiadallegno.it/Aiel
Tra i consigli per l’acquisto di una stufa l’Associazione consiglia di accertarsi che l’impianto abbia la marcatura CE e che venga allegata la Dichiarazione di Prestazione (DoP).
Innanzitutto occorre verificare la possibilità di aprire una presa d’aria. Inoltre non ci devono essere materiali combustibili nelle vicinanze della stufa né la presenza di una presa elettrica (nel caso della stufa a pellet).
È bene considerare almeno due fattori: il rivenditore più vicino e la possibilità di acquistare materiale di qualità come il pellet certificato ENplus o la legna da ardere certificata Biomassplus.
A oggi sono tre gli strumenti incentivanti a disposizione: conto termico ed ecobonus suddivisi tra detrazioni fiscali al 65% – riqualificazione energetica – e detrazioni al 50% in caso di ristrutturazioni edilizie.
L’installazione di una stufa deve essere effettuata da uno specialista abilitato dalla Camera di Commercio ai sensi del decreto ministeriale n.37/2008 e che ha seguito i corsi di aggiornamento o di qualifica per installare gli impianti alimentati a fonti di energia rinnovabili. Lo stesso installatore, al momento dell’installazione, rilascia due documenti che il proprietario della stufa dovrà conservare: la dichiarazione di conformità e il libretto d’impianto. Come per l’installazione, anche la manutenzione deve essere effettuata da uno specialista abilitato anch’esso dalla CdC e ai sensi dello stesso decreto. La verifica viene fatta una volta l’anno.
Il primo aspetto è quello di acquistare legna da ardere certificata Biomassplus. Per tre buoni motivi: il legno di partenza ha origine legale e si possono rintracciare tutte le fasi del processo produttivo. In termini di qualità del prodotto e del processo produttivo, è controllata periodicamente dall’organismo di certificazione. La legna sul mercato si trova fresca o essiccata, in bancali o sfusa. Nel primo caso è bene pensare che, appena tagliata, la legna contiene circa il 50% di acqua e non può essere usata in stufa o in caldaia; la legna va essiccata o stagionata per portarla a un tenore idrico inferiore al 20%.
7 . Per il pellet come ci si regola?
Innanzitutto per pellet ci si riferisce a un prodotto derivante da un processo di essiccazione e compattamento della materia prima proveniente da biomasse legnose (segatura e trucioli di legno vergine non contaminato). La certificazione ENplus è l’unico elemento in grado di offrire garanzie certe sulla qualità del prodotto pellet. Basta controllare che sia riportato correttamente il marchio qualità specifico: si troverà il marchio, il codice identificativo, l’indicazione della classe di qualità del pellet certificato e l’indicazione della norma ISO 17225-2 riferimento di base per le classi di qualità ENplus.
Partiamo dalla biomassa legnosa: essa può dirsi sostenibile dal punto di vista ambientale quando è prodotta da una gestione forestale sostenibile. Per quanto riguarda le stufe e, in generale, i sistemi di riscaldamento a biomasse legnose Aiel sta promuovendo la nuova certificazione di qualità Aria Pulita con cui saranno certificati le stufe, gli inserti per camino e le caldaie fino a 35 kW di potenza che dimostreranno di avere i requisiti necessari in termini di resa ed emissioni.
Le stufe e i caminetti sono in grado di veicolare il calore prodotto anche in altri ambienti della casa attraverso il collegamento all’impianto di distribuzione dell’acqua calda oppure mediante la canalizzazione dell’aria calda prodotta.
Prendiamo in considerazione una abitazione di 100 m2. Per riscaldarla occorrono 12 MWh circa di energia. Con la legna da ardere si spenderanno 36 euro/MWh, col pellet dai 57 ai 60 euro (rispettivamente se si tratta di prodotto sfuso o in sacchi da 156 kg). Per scaldare una casa di questa metratura a metano ci vogliono 70 euro, 119 euro per il gasolio e 229 euro nel caso del GPL.
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