Tra gli emendamenti approvati nel Decreto Sblocca Italia, in fase di conversione in legge, c’è anche quello che stabilisce la riduzione dell’aliquota IVA in edilizia dal 10% al 4%.

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L’emendamento, però, aggancia la riduzione dell’IVA in edilizia non a tutti i lavori edili, ma solo a quelli che rientrano nell’alveo della detrazione del 50% per le ristrutturazioni e dell’Eco-bonus del 65% per la riqualificazione energetica, peraltro entrambi già riconfermati nel 2015 con la prossima Legge di Stabilità.

Per tutti gli altri interventi, invece, resterà valida la vecchia aliquota agevolata dell’IVA al 10%.

Il testo dell’emendamento dovrà ora passare al vaglio della Commissione bilancio che ne giudicherà la sostenibilità economica in relazione al vincolo del pareggio di bilancio. Se la misura passasse, il Governo darebbe l’assenso a una misura che predilige il recupero e l’efficientamento degli edifici esistente in opposizione al nuovo.

È sempre allo studio per la conversione in legge dello Sblocca Italia che favorisce la cessione del patrimonio edilizio invenduto nuovo o soggetto a una ristrutturazione pesante. Si tratta della possibilità di detrarre il 20% del prezzo di acquisto dall’imponibile IRPEF (con un tetto massimo di 300.000 euro).

Per ogni tipo di chiarimento in merito non esitate a contattare lo Staff di ONE+.

Dal Ministero dello Sviluppo economico le spiegazioni in vista della scadenza del 15 ottobre 2014.

Rientrano tra gli impianti termici gli impianti individuali di riscaldamento, mentre sono esclusi i sistemi dedicati esclusivamente alla produzione di acqua calda sanitaria al servizio di singole unità immobiliari, ad es: (edifici residenziali monofamiliare, singole unità immobiliari utilizzate come sedi di attività professionali). Non rientrano tra gli impianti termici stufe, caminetti, apparecchi di riscaldamento localizzato ad energia radiante. Questi ultimi, però, se fissi, sono assimilati agli impianti termici quando la somma delle potenze nominali del focolare degli apparecchi al servizio della singola unità immobiliare è maggiore o uguale a 5 kW.

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Gli interventi di manutenzione e controllo sono regolati dal responsabile dell’impianto termico, che può essere il proprietario o l’occupante delle unità immobiliari, o ancora l’amministratore di condominio nel caso di edifici dotati di impianti termici centralizzati. Le istruzioni sui controlli e sulla loro frequenza competono all’installatore per i nuovi impianti e al manutentore per quelli esistenti. In generale bisogna tener conto delle indicazioni fornite dai produttori degli apparecchi perché la legislazione non contiene prescrizioni o indicazioni su modalità e frequenza dei controlli e degli eventuali interventi manutentivi.

Al termine dei controlli, l’operatore ha inoltre l’obbligo di effettuare un controllo di efficienza energetica e compilare idonea modulistica.

Per maggiori ragguagli riguardanti tale importante tematica contattare lo staff di ONE+

Scuole, in arrivo 350 milioni di euro per l’efficientamento energetico

Il Governo sta per approvare lo stanziamento di 350 milioni di euro “con un tasso agevolatissimo” e l’istituzione di un Fondo rotativo per interventi di efficientamento energetico negli edifici pubblici, con priorità per le scuole.

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Lo ha annunciato il Ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti. Nel decreto c’è anche lo sblocco immediato di risorse per gli interventi urgenti di risanamento idrogeologico.

Gli altri obiettivi indicati dal Ministro Galletti sono: aumentare la quota di energia consumata proveniente da fonti rinnovabili e migliorare l’efficienza energetica, promuovendo le opportunità di sviluppo locale, “Un obbligo però – ha concluso il Ministro – deve essere quello del rispetto dell’impegno di spesa: se critichiamo l’Unione Europea e siamo i primi a non riuscire a spendere i soldi che la stessa UE ci consegna, diventiamo deboli. Dobbiamo dare all’UE un segno politico di virtuosità”.

Sulla questione degli investimenti nella ristrutturazione delle scuole è intervenuto anche il Ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi esprimendosi come segue: “Le risorse dei Comuni destinate alla ristrutturazione delle scuole sono escluse dal Patto di stabilità interno”.

Parliamo di una somma pari a 122 milioni di euro annui per il 2014 e il 2015, ai quali si potrebbero aggiungere altri 300 milioni di euro provenienti dalla eventuale riprogrammazione, da parte del Cipe, del Fondo per lo sviluppo e la coesione 2014-2020.